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Mistero

Episodio 7

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Pubblicato da:
MMassarotti

Monologo
Testo e voce: Mario Massarotti

Nel buio di questo luogo e di questo tempo, quando le ombre danzano silenziose e strani codici ti comunicano qualcosa, prova a guardarmi, a capire chi sono, utilizza le tue facoltà per assegnarmi un nome, darmi una definizione.

Chi sono io? Sono l’enigma che ti affascina e ti spaventa. Sono la domanda senza risposta, la sfida senza soluzione. Mi nascondo tra le pieghe della realtà, camminando sull’orlo del possibile.

Mi trovi negli indizi che si intrecciano come fili invisibili, nelle coincidenze, assurde, sbalorditive. Sono il puzzle senza immagine, il labirinto senza uscita. La mia presenza è palpabile, se trovi il coraggio di guardarla negli occhi.

Mi trovi negli scritti, magari di libri bruciacchiati, dalle pagine appiccicate, nell’anonimato, mentre ti perdi nel buio in un prato una notte estiva a tentar di catturare qualche stella cadente, nel volto fotografico di una donna che non è più qui ma in un giardino definito aldilà, in un cane che ha percorso centinaia di chilometri per tornare dal suo padrone, in tre luci che si sono mosse con velocità vertiginosa in cielo la notte scorsa, in parole sussurrate dentro una casa abbandonata nella stessa ora di ogni notte, in quell’impenetrabile boscaglia. 

Sono l’ombra che alimenta le tue paure, il dubbio che si insinua nella tua mente, il segreto che brucia sulla punta delle tue labbra, pronto a essere svelato. Ma i migliori segreti non sono mai chiari a sufficienza. Più ne parli e meno la verità risulta logica.

Molti hanno cercato di rivelare il mio volto, di fare luce verso di me, di scoprire la mia vera natura. Ma io rimango immutabile, un enigma inafferrabile. Sono l’incognita che alimenta la curiosità umana, la forza che spinge l’uomo ad andare oltre i confini del noto. Tutto resta fermo, in questo tempo di domande pietrificate nel dubbio e nell’incertezza.

Mi mimetizzo tra i sogni e talvolta degli incubi notturni. Rappresento un risultato ma da dove provengo e come mi sono trasformato è confinato dentro lo spazio delle ipotesi. Sono il destino che si intreccia con le tue scelte, il fato che ti guida lungo il cammino della vita. Tentare di interpretarmi è privilegio solo di anime sensibili.

Non ho un’età definibile. Il mio vissuto affonda le radici nel tempo. E divento più affascinante proprio se trascorrono molti anni o ti poni con ingenuità prevedendo goffamente i fatti futuri a me legati. Posso diventare gigantesco a mano a mano che siete in tanti a parlare di me cercando la strada della comprensione. Ma preparatevi alla tristezza e alla frustrazione di non arrivare a nessuna conclusione!

Ma ricorda, la mia bellezza risiede nella mia inaccessibilità. È nel processo di ricerca e nell’ignoto che trovi la tua umanità più autentica. Quindi, lasciati avvolgere dal mio abbraccio sfuggente. Perché, in fondo, è nella mia oscurità che brilla il lume della scoperta. Prova a chiederti come aumentare la sua luminosità, magari trovi la risposta…

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