Wabi-Sabi o bellezza dell’imperfezione, è una filosofia orientale che ci porta ad accettare, in altre parole, il non convenzionale. Tra le parole chiave che sintetizzano questo particolare orientamento troviamo la semplicità, la pace interiore e l’armonia con l’ambiente.
L’etimologia della parola “Wabi” ci indica la frugalità e la moderazione, contrapposti allo spreco e alla stravaganza. A “Sabi” invece è legato il concetto della serenità e della tranquillità che derivano dalla maturazione personale.
Per dirla con un esempio. Se una situazione, uno scenario, degli oggetti generano in te una strana sensazione di pace, curiosità, fascino, suggestione oppure emozioni difficilmente verbalizzabili, stai vivendo il wabi-sabi, soprattutto se la bellezza è intimamente intrecciata all’imperfezione e alla caducità delle cose.
Possono generare il wabi-sabi un vecchio disco in vinile che produce un suono sabbioso, il pavimento irregolare in pietra levigata di una vecchia casa, lo scorcio di un borgo con dei ruderi, il volto di un pescatore scavato dalle rughe, un vecchio libro e così via.
Il wabi-sabi è legato alla tecnica giapponese del Kintsukuroi, che prevede la riparazione degli oggetti rotti, i cui pezzi vengono uniti con l’oro. In questo modo, oltre a impreziosirli, si rendono più resistenti di prima. L’imperfezione dell’oggetto diventa elemento narrativo del proprio vissuto e questo riveste particolare rilevanza nel design come in altri campi della creatività.
Se vogliamo tradurre il significato del wabi-sabi passando dal piano estetico a quello umano, esso è sovrapponibile all’insegnamento della resilienza. L’individuo disgregato da eventi talvolta profondamente avversi, vive la preziosa occasione per rinnovare se stesso. La sfortuna diventa quindi un’opportunità e non un caso negativo in senso assoluto. Allo stesso modo in cui ricostruiamo un oggetto disgregato che assume così un significato, un valore e un pregio diverso.
Le persone reattive utilizzano risorse interne, che non immaginavano di possedere, e attraverso il potenziale inespresso, non solo ristabiliscono un equilibrio personale, ma diventano più forti di prima. L’individuo resiliente è fiducioso che la situazione sfavorevole è un’opportunità per la propria crescita e andare avanti in un processo dove mentalmente vale la pena non creare situazioni negative ma, semplicemente, vivere il presente con fiducia e ottimismo.
Ogni cosa è incompiuta e la chiave sta nell’imparare ad accettare la vita come si presenta, con l’imperfezione, l’incompiutezza e l’impermanenza.