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La “normalità” dei creativi

Episodio 10

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Pubblicato da:
MMassarotti

Testo e voce: Mario Massarotti

Immaginiamo per un istante un’intera vita senza creare nulla di nostro, senza quella forma di autonomia del pensiero che ci consenta di essere autori di qualcosa e in senso più ampio, artefici del nostro destino. La comprensione intima del concetto di creatività porta energia al cuore delle nostre passioni, rendendole perfezionabili, e ci indica una strada, un ruolo personale e sociale.

Per sua vocazione, la creatività dilata il tempo di chi la mette in pratica, donandogli un senso vero e una dimensione esclusiva. Il vero creativo è altruista, lavora per gli altri, dona un valore, partendo dalla sua grandezza e non dal tornaconto. È in grado di aiutare gli altri ad ampliare i propri orizzonti, e con essi sensi ed emozioni.

Sono da sempre affascinato a chi possiede tali doti e dalla loro premura di sviluppare un lavoro innanzitutto su se stessi badando innanzitutto al “come” e non sul “cosa”. Forse, la prima forma di perfezione del creativo risiede nei suoi difetti caratteriali, che non solo ha accettato ma lascia che diventino i suoi punti di forza, attraverso cui l’opera, che non pretende perfetta ma possibile, ci lascia viaggiare e riflettere.

Sembrerebbero personaggi perfino incredibili se non fossimo così ingenui da pensare che hanno semplicemente del “talento”. Se però proviamo a capirli e ad indagare cosa si nasconde dietro la loro bravura, scopriamo che quella non è solo una mente che brilla ma una persona con un vissuto. Nel suo intimo ha probabilmente elaborato o risolto condizioni di sofferenza o il bisogno incessante di scoprirsi, conoscere qualcosa di sé che lo mettesse in luce davanti ad uno specchio. 

Mette in campo le proprie energie con umiltà, estro e talvolta follìa. In molti casi la genesi del creativo ha il seme piantato nell’humus di un temperamento inquieto e insoddisfatto ma sempre alla ricerca di una via di uscita ad una condizione ordinaria nella quale non si riconosce. Con rabbia e orgoglio porta avanti la sua piccola rivoluzione, per poi ripartire, nuovamente, da un nuovo punto che solo lui può giustificare, vivendo, magari, nella solitudine

Quando le mani si muovono per creare, rinnovare, risolvere, viviamo una sorta di “connessione con l’universo” e dal quale traiamo quella misteriosa ispirazione che arriva a generare idee che non chiedono il permesso, quel sentimento sottile e così poderoso nel momento in cui diventa materia, profondità, suono, bellezza, forma, gusto, profumo, parole, movimento.

L’intelligenza del creativo non ha limiti. Attenzione, sto parlando di intelligenza e non di intelletto. L’artista vero se ne frega di ciò che pensano gli altri e sveglia la coscienza interiore della propria originalità. Vediamo, allora, di esplorare la gamma di sfumature del tema. 

Giacomo Leopardi scrive che la creatività è “una facilità mirabile di assomigliare gli oggetti delle specie più distinte, come l’ideale col puro materiale, d’incorporare vivissimamente il pensiero più astratto, di ridurre tutto ad immagine… la facoltà di scoprire e conoscere i rapporti, di legare insieme i particolari, e di generalizzare.” 

Non possiamo scindere la creatività dalla fantasia, una virtù assolutamente non classificabile ne’ generalizzatile. Franz Schubert: “O fantasia, inestinguibile fonte dalla quale bevono l’artista e lo scienziato! Vivi presso di noi, anche se sei riconosciuta ed onorata da pochi, per preservarci dalla cosiddetta ragione, da quel fantasma senza carne e senza sangue”. 

Osho, invece, ci dà un particolare orientamento sull’inventiva: “Ti sorprenderà sapere che tutto ciò che vedi è stato inventato da persone giocose, non dalle persone serie. Le persone serie sono troppo orientate verso il passato, continuano a ripetere il passato, perché sanno che funziona. Non sono mai inventive.” 

Una versione particolare del sogno ci viene da da Lorenzo Marone che fa appello alla nostra capacità pragmatica: “Spesso siamo troppo presi dall’inseguire i nostri sogni, li ricorriamo ogni giorno a testa bassa e neanche ci rendiamo conto di quanto ci costi la rincorsa, nemmeno capiamo che sì, sognare è importante, ma ancora più importante di sognare è fare, perché la vita, in fondo, è una cosa semplice, solo giorni dopo giorni. E allora dobbiamo stare attenti a non riempire tutti questi giorni unicamente di sogni, ma anche di emozioni vere, di vita vissuta”. 

Dario Caruso si esprime così sul potere rivoluzionario di un personaggio speciale: “Il Genio è il livello supremo dell’Inquietudine. Colui la cui capacità interiore è immensamente superiore alla media e le cui rivelazioni stravolgono l’ordine delle cose: nascono nel silenzio e fuoriescono con forza dirompente nel mondo esterno, cambiandolo.” 

Avremo qualche dubbio sul nostro quotidiano ora che sapremo cosa pensa Lois Lowry sull’immaginazione: “In sogno o sulle ali dell’immaginazione, tutti noi abbiamo sperimentato la speciale ebbrezza di visitare mondi ignoti e meravigliosi. Alla stessa maniera abbiamo conosciuto la cocente delusione che segue al risveglio, quando la realtà ci ricaccia d’un sol colpo alla vita di tutti i giorni, che di ignoto e meraviglioso spesso ha ben poco.” 

Concludo con un cenno alla curiosità, che premia non chi ne fa un difetto fine a se stesso, ma un pregio, con cui scatenare la propria tenacia. Matthew Gregory Lewis ne fornisce questa fotografia: “A forza di scendere interminabilmente dalle cause agli effetti e di risalire dagli effetti alle cause, di interrogare le virtù e le proprietà particolari delle pietre preziose di cui sembra nutrirsi la matrice stessa della terra, a forza di far violenza alla natura, di cercare di sorprenderla nei suoi segreti più nascosti, e di far esperimenti con erbe i cui effetti sembrano in rapporto con il fluire e il rifluire di non so quale magnetismo cosmico, la sua curiosità fu alla fine soddisfatta e la sua folle ostinazione coronata dal successo.”

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