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Ragazza felice

Le parole dell’ottimismo

Episodio 3

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Pubblicato da:
MMassarotti

Voce: Mario Massarotti
Testo ispirato dai contributi di:
Massimo Bisotti
Wesley D’Amico
Davide Morelli
Addy Puddicombe
Justin Brooks Atkinson
Dario Fo

A proposito della fiducia in noi stessi e nel mondo che ci circonda, partiamo pure con una bella citazione dello scrittore Massimo Bisotti: “Forse la vera favola della vita è proprio questa: se il lieto fine non c’è quasi mai, ci regaleremo sempre nuovi inizi.” Il tema è chiaro a tutti: seguiamo la strada dell’ottimismo e della positività. Non lasciamole alla sola interpretazione mentale ma viviamole sin nel profondo per trovare nuovi slanci e nuove conquiste.

Più che soffermarsi sull’oscurità della notte vale la pena guardare dentro di noi e attendere la luce del giorno dopo. Anche il grigiore, lì fuori, può del resto nascondere qualche magìa, ci consente quantomeno di riflettere e di fermarci, anche solo per un attimo, per pensare chi siamo e dove andiamo. “Tu non sei una gabbia per intrappolare i pensieri, lasciali andare.”

L’ottimismo è un prodotto più che un presupposto. Quando qualcuno trasforma i colori del bianco e nero del mondo in una vita colorata, diventa un artista. 

Chi di noi non vive crolli o situazioni sfavorevoli? Ebbene anche in presenza di un bilancio apparentemente fallimentare bisogna ricordare che la vita può rivelare sempre mille sfaccettature e mille risvolti. Perché ciò sia possibile bisogna solo osservare il movimento di quell’acqua torbida, “lasciarla scorrere”. Essere fiduciosi affinché essa sia solo transitoria, si allontani e svanisca alla nostra vista in nome del nuovo. 

L’incipit della positività è il sé, solo noi siamo in grado di decidere come reagire qualunque cosa ci capiti nella vita. La qualità del nostro stato d’animo è più elevato e ricco se ci abituiamo ad obbedire ad una legge che è la più importante in natura: cercare in ogni situazione il lato positivo.

All’atteggiamento mentale occorre necessariamente affiancare il potere del linguaggio, che diventa lo strumento per formare sé stessi e anche gli altri in funzione dell’ottimismo e della prosperità. La parola e il suo uso è come un potente seme che può generare straordinarie piante in base ai nostri desideri. Il loro rigoglio deriva dai connotati insiti nei termini e nei costrutti che siamo abituati a pronunciare. Se essi sono pessimistici costruiamo negatività e ci circondiamo di elementi sfavorevoli a partire dalle persone. L’uomo invece ha bisogno di altro, di speranza, sentimenti, serenità, idee, propensione al problem solving, solarità, condivisione, energia. Ha bisogno di elementi vitali che siano la propulsione all’azione e la motivazione per superare i suoi stessi limiti.

“L’emozione di per sé molto spesso non è il problema: è il modo in cui reagiamo ad essa a causarlo. Mi sento arrabbiato e reagisco con ulteriore rabbia, attizzando i carboni, alimentando il fuoco della rabbia. Oppure mi sento preoccupato e inizio a preoccuparmi del fatto che sono preoccupato.”

E per dirla con le parole di Justin Brooks Atkinson: “Noi presumiamo gioiosamente che in una certa maniera mistica l’amore conquisti tutto, che il bene superi il male nella giusta bilancia dell’universo e che all’undicesima ora qualcosa di gloriosamente importante prevenga il peggio prima che accada.”

Quando il problema del saper essere ottimisti si estende sino a lambire i confini della felicità, è lecito affrontare il tema della premura verso gli altri. L’egoista non è quello che vive come gli pare e piace, ma quello che chiede agli altri di vivere come pare e piace a lui; l’altruista è quello che lascia che gli altri vivano come piace a loro…

L’ottimismo poggia sull’azione e poco sull’eccesso di pensiero. Può essere benissimo il risultato delle proprie capacità creative ma che non poggiano necessariamente sulla perfezione. Anzi, la consapevolezza e l’accettazione di essere soggetti ad errore ci rende umani e ci spinge ad accettarci meglio e a risultare umanamente apprezzabili.

Concluderei con uno straordinario pensiero ironico di Dario Fo che dovrebbe portare benefici particolari nella nostra epoca: “Gli ottimisti non s’informano, non sanno, non conoscono e stanno tranquilli… sperano! I pessimisti sono invece quelli che sanno, conoscono, prevedono e s’incazzano! E anche loro sperano! Sperano che all’ottimista prenda un coccolone!”

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