È il momento di approfondire le nostre conoscenze in tema di interpretazione testuale, quando cioè siamo alle prese con una lettura alla quale attribuire una varietà di espressioni che la rendono penetrante e multidimensionale. Con l’apprendimento di poche e semplici regole capirete come trasformarla vocalmente per lasciar vivere il mondo che intendete rappresentare.
Non si tratta quindi solo di leggere correttamente, con una dizione adeguata e una voce a livello con postura, respirazione e rilassamento muscolare, stiamo parlando di trasmettere il testo come fosse un nostro pensiero e il risultato delle emozioni che siamo capaci di provare in quel momento, come se ci trovassimo a viverle direttamente, trovandoci nella scena che descriviamo con le parole dell’autore.
Conferire poliedricità emozionale al testo significa porci innanzitutto in rapporto con qualcuno. Possiamo farlo con noi stessi, con il nostro mondo interiore, in tal caso il messaggio che passa è di introspezione, riflessione profonda, autocritica e così via. Il rapporto è costruito anche con un’entità, un interlocutore esterno, che può essere immaginario, reale o costituito dallo stesso pubblico che ci ascolta. Nel rapporto, generalmente, abbiamo premura di farci capire, di indurre altri ad un’azione, di costruire in generale il motivo del nostro ruolo in quel momento.
Per associare ad ogni frase o addirittura ad ogni singola parola un’emozione, uno stato d’animo, ci rifaremo alla regola dell’intenzione e del sottotesto.
L’intenzione è ciò che desideriamo far arrivare al destinatario sul piano emozionale: tristezza? felicità? entusiasmo? In estrema sintesi è un’obiettivo che pone sempre e comunque al centro dell’attenzione il ricevente della comunicazione con la sua disponibilità a condividere il senso che noi stessi stiamo costruendo con la recitazione.
Il sottotesto è la “chiave” con la quale esplichiamo l’intenzione. Generalmente è un’esclamazione che ci aiuta a concretizzare le parole in emozioni. Se intendo comunicare tristezza, il sottotesto potrebbe essere “povero me!” La felicità potrebbe passare per “Evvivaaa!” e così via per le altre intenzioni comunicative. E’ bene tener presente l’esclamazione del sottotesto prima, durante oppure anche dopo aver pronunciato il segmento di testo sotteso all’emozione.
Il testo e il suo significato è l’elemento comunicativo di base che genera l’intenzione e che culmina nel sottotesto. In una scala gerarchica ideale, chi legge lascia derivare emozioni e stati d’animo dal significato delle parole, quindi il messaggio dell’autore è prioritario. Segue la scelta interpretativa del “fine dicitore” che legge; infine l’espressività e la recitazione del testo potrebbe ricevere indicazioni esterne, per esempio di un regista, ma questa è un’altra storia.
Ma, facciamo qualche esempio di intenzione comunicativa e di sottotesto:
1)
Frase: “Da te non me lo sarei aspettato”;
Intenzione comunicativa: delusione;
Sottotesto: “Ti rendi conto!”
2)
Frase: “Ho vinto al gratta e vinci!”
Intenzione comunicativa: felicità;
Sottotesto: “Urraaa!”
3)
Frase: “Mi ha offeso a morte!”
Intenzione comunicativa: dolore;
Sottotesto: “Che brutta cosa!”
L’emozione da comunicare potrebbe essere perfino non perfettamente coerente con il significato proprio della frase. Il suo colore e la dimensionalità passano per la diversificazione intenzionale che è utile dipingere come si farebbe con un bel quadro vivace. Per esempio potrei pronunciare “E’ tutto finito!” con felicità anziché tristezza, con cattiveria anziché amorevolezza ecc. Ciò obbedisce pur sempre alla direzione che assume la lettura, al copione o alla sceneggiatura, nonché alle caratteristiche insite nel personaggio che recita.
Tornando alla lettura interpretata, un lavoro accurato di espressività è quello di organizzare il brano da leggere in modo da applicare in modo interessante per il pubblico tutte le regole finora esposte.
Avendo quindi davanti un brano su cui lavorare, occorre seguire i seguenti step:
a) Eseguire una lettura preliminare per familiarizzare con il tono generale dell’opera;
b) Dividere il testo in segmenti in base al contenuto: Sono andato in montagna con Alessia/e non eravamo equipaggiati per il freddo;
c) Per ogni segmento individuare (e appuntare) l’intenzione comunicativa e il sottotesto;
d) Tradurre le emozioni che intendiamo trasferire in micro movimenti del viso e del corpo.
e) Leghiamo i vari segmenti in una lettura fluida.
Ogni segmento in cui è suddivisa la lettura richiede una scelta emozionale propria, quindi una variazione accurata delle intenzioni. Se aggiungete l’abilità di modulare la voce e di alternare volume, tono, ritmo e velocità, risulterete attraenti e memorabili.